La Procura della Repubblica di Caltagirone ha restituito al Comune di Palagonia - dopo le operazioni di sequestro - documenti e atti del concorso per 14 agenti di polizia municipale. La restituzione di originali e copie (munite del visto di conformità) consentirà l'eventuale prosecuzione dell'iter amministrativo del procedimento concorsuale.
Sarà l'amministrazione comunale a dover assumere le opportune determinazioni, adottando i possibili provvedimenti in autotutela. Gli atti non potranno essere rimossi dalla magistratura, che potrebbe - in presenza di violazioni della legge penale - disapplicarne soltanto i contenuti.
Con il coordinamento del procuratore, Francesco Paolo Giordano, gli inquirenti hanno confermato, comunque, la prosecuzione delle attività d'indagine sul concorso, i cui risultati potrebbero configurare gli estremi del reato di abuso d'ufficio nei confronti di amministratori pubblici, dipendenti e consulenti.
In ordine al presidio permanente dei vincitori della prova, intanto, non sarebbero stati accertati elementi di rilievo penale: «La protesta - ha sostenuto in una nota la Procura della Repubblica - appare come una manifestazione del diritto di critica alle istituzioni, nell'ambito dei limiti consentiti dall'ordinamento e dell'invocazione della tutela di aspettative e di situazioni giuridiche soggettive».
Secondo il sindaco, Francesco Calanducci, serve un presidio di forze dell'ordine, in piazza Municipio, durante l'orario di lavoro comunale: «Per tutelare l'incolumità fisica del sottoscritto, degli assessori e dei funzionari - ha chiesto il primo cittadino al prefetto di Catania in una lettera - occorre un congruo numero di forza pubblica. Le circostanze attuali mi impediscono di recarmi al Palazzo municipale e di adempiere regolarmente alle funzioni istituzionali».
Lucio Gambera
13/07/2010
1 commento:
A scanso di qualunque equivoco e soprattutto DI UNA INFORMAZIOSA FAZIOSA E PARZIALE (fatta dal giornalista della Sicilia), LA PROCURA DI CALATAGIRONE HA RESTITUITO GLI ATTI CHE NON SONO ATTINENTI ALL'INDAGINE! In poche parole, TUTTO CIO' CHE RIGUARDA GLI ESTREMI DEL REATO DI ABUSO D'UFFICIO NEI CONFRONTI DI AMMINISTRATORI PUBBLICI, DIPENDENTI E CONSULENTI, SI TROVA NELLE MANI DELLA PROCURA (quindi gli atti relativi al concorso). Condizione venatamente confermata dallo stesso Gambera: "Con il coordinamento del procuratore, Francesco Paolo Giordano, gli inquirenti hanno confermato, comunque, la prosecuzione delle attività d'indagine sul concorso, i cui risultati potrebbero configurare gli estremi del reato di abuso d'ufficio nei confronti di amministratori pubblici, dipendenti e consulenti."
Nicola Calanducci
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