La vicenda, apparentemente chiusa, non si sa ancora che risvolti avrà.
Ma degli studenti di Lingue qualcuno se ne ricorda?
In tutto questo casino vi sono migliaia di ragazze e ragazzi, pieni di sogni, ambizioni e voglia di studiare. Hanno il diritto di completare i loro studi e l'Università ha il dovere di espletare gli obblighi che ha nei loro confronti. Gli studenti di Lingue pagano le tasse come tutti gli altri ma a differenza degli altri studenti dell'Ateneo di Catania non sanno cosa accadrà loro domani. Non lo sanno non solo perché nessuno, prima di compiere gli atti che porteranno alla chiusura della Facoltà, glielo ha spiegato ma anche perché, probabilmente, ancora nessuno al Rettorato ha perfettamente idea di cosa succederà ai tantissimi iscritti a Lingue che dall'oggi al domani si trovano iscritti alla Facoltà di Lettere.
Dirà qualcuno, e che problema c'è? Nulla cambierà.
Ma la Facoltà di Lingue è ben complessa e la sua chiusura rischia di non essere indolore per nessuno. Ordiniamo le idee, con la consapevolezza che le questioni poste valgono sia nel caso dell'immediato accorpamento che per l'imminente passaggio ai dipartimenti.
1.La Facoltà di Lingue oltre i “normali” docenti prevede la presenza di lettori di madrelingua, figure fondamentali senza le quali qualitativamente lo studio delle lingue sarebbe privo di senso. Tuttavia i lettori ingigantiscono l'organico della Facoltà e si sa, in tempi di tagli e riforma, non sono certo garantiti. Che fine faranno i lettori con l'accorpamento? Verranno garantiti?
2. In questo momento i Benedettini soffrono della carenza di organico, dopo i licenziamenti dell'anno scorso. Lingue non ha neanche il personale per tenere aperti i laboratori. Con l'accorpamento che fine faranno i pochi lavoratori rimasti a Lingue e quali effetti avrebbe un eventuale ulteriore ridimensionamento? Come l'Ateneo intende tutelare i lavoratori che da dieci anni lavorano nella Facoltà?
3. La Facoltà di Lingue di Catania ha, oltre agli altri, un corso di laurea in Lingue per la comunicazione internazionale (ex Scienze per la comunicazione internazionale), classe di laurea 20. La Facoltà di Lettere ha un corso di laurea in Scienze della Comunicazione. Classe di laurea 20, la stessa del corso in Lingue per la comunicazione internazionale di Lingue. Cosa succederà con l'accorpamento? Potranno sopravvivere dentro la medesima facoltà due corsi con uguale classe di laurea? Se non potranno convivere i due corsi, che fine faranno gli studenti di Lingue per la comunicazione internazionale e quelli di Scienze della comunicazione? Per gli studenti di lingue avrà avuto un senso studiare inglese, francese, tedesco o spagnolo oppure saranno paragonati a coloro i quali, provenienti da lettere, non hanno approfondito lo studio delle lingue?
4. A Ragusa aprirà una Facoltà di Lingue autonoma, con circa 1500 studenti e solo 8 docenti tra ricercatori,associati ed ordinari. Gli studenti che studiano a Ragusa devono, giustamente, essere tutelati esattamente come coloro che studiano a Catania. Quali garanzie hanno gli studenti di Ragusa che l'anno prossimo, con l'applicazione della riforma e la cancellazione delle facoltà, proseguirà l'esperienza dello studio delle lingue a Ragusa? Faranno essi la fine degli studenti di Agraria e Giurisprudenza, costretti a tornare a Catania? L'Ateneo di Catania come ha intenzione di affrontare il problema di Ragusa che si appresta a dover gestire due corsi di laurea di lingue con appena 8 docenti? L'Università di Catania dice di doversi tutelare rispetto alle rivendicazioni del Consorzio Universitario di Ragusa. Ma chi tutelerà gli studenti ragusani dall'Ateneo di Catania e da un Consorzio che non è riuscito a rinnovare il proprio CDA e appare sempre più come un grande comitato elettorale?
L'affare Lingue è una questione politica, non vi sono dubbi. Ma gli studenti meritano risposte.
Matteo Iannitti
1 commento:
Secondo me, l'importante è che rimanga a Catania un corso di laurea in lingue.
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