Oggi un grido di rabbia si è innalzato in Italia. Un vento di rivolta sta soffiando nei luoghi del sapere ed ha invaso i tetti, le strade e i palazzi del potere. Nei licei di Palermo, nelle facoltà di Catania, sui tetti di Messina, nelle strade di Roma, Torino, Milano, Pisa. Ovunque ci siano studentesse e studenti, ricercatrici e ricercatori vi è protesta. Una protesta radicale, forte, senza paura, senza compromessi.
Per anni ci siamo detti e ripetuti “bisogna fare come in Francia, come in Grecia”. Oggi possiamo dirlo: “si faccia come in Italia!”. Si assalti il Senato della Repubblica, la garçonnier del Presidente del Consiglio. Si blocchino le scuole e le università. Si salga sui tetti, si blocchino le stazioni.
Chi immaginava che la Riforma dell’Università potesse passare indisturbata in Parlamento, chi pensava che bastassero quattro spiccioli per placare la rabbia del mondo dell’istruzione pubblica, chi era convinto che saremmo stati più interessati alla vita privata di Berlusconi che alla crisi sociale del Paese, alle vicende di Fini piuttosto che al nostro futuro, oggi ha una risposta: non stiamo in silenzio, non deleghiamo a nessuno, ci prendiamo ciò che ci spetta.
Alla rabbia degli studenti il ha risposto, come sempre, con la repressione. Daniele e Mario sono stati fermati dalla polizia, decine di studentesse e studenti sono state/i ferite/i. Noi non ci fermiamo. E la nostra lotta è anche per la loro immediata liberazione.
Occorre immediatamente, in queste ore calde, annullare ogni impegno, saltare qualsiasi lezione, disertare ogni compito ed ogni esame. Oggi per difendere il nostro futuro occorre essere in piazza, in facoltà o a scuola ad occupare, su un tetto a resistere.
Già oggi le/i Giovani Comuniste/i sono state/i presenti in ogni piazza, sopra ogni tetto. Ma se niente si sta muovendo nelle nostre città o nei nostri paesi, diventiamo noi promotori e scendiamo in strada.
Non possiamo, questa volta, permetterci di stare solo a guardare. Non possiamo limitarci a commentare ciò che accade. Immediatamente protagonisti del nostro futuro!
Questa battaglia occorre vincerla e c’è bisogno di tutta la nostra rabbia e di tutto il nostro entusiasmo.
MATTEO IANNITTI
Esecutivo Nazionale Giovani Comuniste/i
24 Novembre 2010
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