L'aumento delle tasse universitarie fino ad arrivare a un possibile picco del 38% è stato paventato ieri da Rifondazione Comunista, Giovani Comunisti e Giovani Democratici. L'allarme viene riferito a quanto discusso in sede di Commissione didattica martedì scorso. Un'ipotesi e non una decisione già presa, ma già questo basta a fare scattare l'allarme.
«Se confermato, l'aumento impedirebbe di fatto a tanti studenti di continuare a studiare a Catania- affermano Livio Gigliuto, segretario Giovani Democratici e Matteo Flamigni, resp. Università Giovani Democratici - Noi proponiamo da anni l'esatto opposto. Di rivedere cioè le fasce di reddito per venire incontro alle esigenze dell'Ateneo senza toccare le tasche degli studenti e delle loro famiglie. Invitiamo tutti, dagli studenti all'Ateneo stesso, a contrastare con ogni mezzo l'aumento delle tasse. Si tratterebbe di un'ulteriore massacro dell'istruzione pubblica che la Sicilia e Catania non possono permettersi».
Matteo Iannitti a nome di Rifondazione e Giovani Comunisti mette il possibile aumento in relazione con i tagli imposti dal governo nazionale: «Prima i numeri chiusi - dice - poi la questione, ancora irrisolta, della chiusura della facoltà di Lingue e Letterature straniere, ora l'aumento vertiginoso delle tasse universitarie. Basti pensare che il massimale di tasse passerebbe dai 1200 euro ai circa 2000». Da qui la richiesta al Senato accademico e al Consiglio di amministrazione dell'ateneo «di impegnarsi al fine di aumentare le fasce di reddito, da 5 a 9, in modo da tutelare gli studenti più disagiati. Chiediamo inoltre che il governo regionale si faccia carico del disastro economico degli atenei siciliani, causato dal governo nazionale, destinando una parte del budget della formazione professionale all'università». Rifondazione Comunista e Giovani Comunisti, che si spingono a chiedere le dimissioni del rettore, «saranno in prima linea, insieme a studenti, docenti, personale tecnico-amministrativo, ricercatori, sindacati, nelle battaglie che si produrranno nei prossimi giorni contro i provvedimenti del ministro Gelmini, contro l'aumento delle tasse, per la sopravvivenza della facoltà di Lingue, per la difesa del diritto al lavoro e allo studio».
da "la Sicilia"
21/05/2010
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