Rifondazione Comunista e i Giovani Comunisti giudicano disastrosa la situazione che sta vivendo l'università di Catania. Gli effetti dei tagli stanno compromettendo seriamente la sopravvivenza dell'Ateneo: prima i numeri chiusi, poi la questione, ancora irrisolta, della chiusura della Facoltà di Lingue e Letterature straniere, ora l'aumento vertiginoso delle tasse universitarie.
Un aumento, diretta conseguenza dei tagli voluti dal Governo nazionale, che dovrebbe ammontare a circa il 38% e che impedirà materialmente l'iscrizione o la prosecuzione degli studi agli studenti meno abbienti. Basti pensare che il massimale di tasse passerebbe dai 1200 euro ai circa 2000.
Chiediamo al senato accademico e al Consiglio di amministrazione dell'ateneo di impegnarsi al fine di aumentare le fasce di reddito, da 5 a 9, in modo da tutelare gli studenti più disagiati. Chiediamo inoltre che il Governo Regionale si faccia carico del disatro economico degli atenei siciliani, causato dal Governo nazionale, destinando una parte del budget della formazione professionale all'università.
Chiediamo infine che il Rettore dell'Università di Catania, prof. Antonino Recca, palesemente incapace a gestire la situazione dell'ateneo e compromesso dalle vicende della facoltà di Lingue e di Farmacia e dal suo apparente coinvolgimento nelle elezioni universitarie, rassegni le dimissioni al fine duplice di mandare un segnale forte al Governo nazionale e di restituire all'ateneo di Catania l'autorevolezza che si addice alla più antica università siciliana.
Rifondazione Comunista e i Giovani Comunisti saranno in prima linea, insieme a studenti, docenti, personale tecnico-amministrativo, ricercatori, sindacati, nelle battaglie che si produrranno nei prossimi giorni contro i provvedimenti del ministro Gelmini, contro l'aumento delle tasse, per la sopravvivenza della Facoltà di Lingue, per la difesa del diritto al lavoro e allo studio.
Matteo Iannitti – Coordinatore Giovani Comunisti, responsabile istruzione segreteria provinciale Rifondazione Comunista
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