venerdì 14 maggio 2010

Il consiglio provinciale di Catania boccia la proposta di legge per la ripubblicizzazione dell’acqua

I banchi vuoti del Partito Democratico....
chi vuole la ripubblicizzazione solo a parole!
Comunicato Stampa
 
In data odierna il consiglio provinciale di Catania è stato convocato al fine di deliberare una proposta avente come oggetto “Principi per la tutela e il governo e la gestione delle acque pubbliche in Sicilia”(firmatari Marletta/Tomarchio/Porrove
cchio).
La questione nelle ultime settimane è stata oggetto di dibattito politico al livello regionale e ha investito centinaia di consigli comunali siciliani.
Al contrario di quanto dichiarato e sbandierato dalla forze politiche la norma che ai sensi dello statuto della regione siciliana sarebbe approdata all’ARS ridefinendo la gestione pubblica del servizio idrico integrato ha ottenuto nella votazione del consiglio provinciale solo 5 voti favorevoli ed è stata respinta dalla maggioranza dei consiglieri presenti ( 20 no e 3 astenuti )
Riteniamo incomprensibile l’atteggiamento del Partito democratico assente al momento del dibattito e presente solo nella figura del capogruppo Furnari al momento del voto(favorevole). La tanto sbandierata battaglia per l’acqua pubblica del Pd è stata ancora una volta smentita dall’atteggiamento tenuto in aula dai propri rappresentanti in seno alle istituzioni.
Sono emerse le contraddizioni di una presunta maggioranza politica regionale che motiva il proprio sostegno al governo lombardo e che , con la sola presenza in aula del consigliere Furnari, non giustifica le manovre politiche di un partito democratico che naviga a vista e che di fatto imbroglia le sensibilità politiche di tante e tanti elettori del frammentato mondo della sinistra.
La maggioranza di centrodestra ha mostrato ancora una volta la non volontà a discutere su temi importanti come il servizio idrico. I capogruppo della maggioranza in consiglio hanno espresso la volontà chiara di mantenere un sistema privatistico di gestione delle acque non tenendo conto del dibattito nazionale e locale, delle normative di chiaro stampo privatistico contenute nella legge finanziaria nazionale e del grande lavoro svolto da centinaia di consigli comunali che in questi mesi hanno deliberato affinchè la gestione dell’acqua diventi totalmente pubblica.
Abbiamo fatto rilevare le incongruenze costituzionali della finanziaria regionale impugnata nelle parti riguardanti la gestione delle acque, ritenendo opportuno pertanto che alla stregua di 140 consigli comunali e della provincia regionale di Messina venisse sostenuto il necessario testo di legge per cui comunque il parlamento siciliano dovrà esprimersi.
La sconfitta di oggi rappresenta un chiaro segnale che l’attuale sistema di potere non ha nessuna intenzione di costruire un nuovo sistema di gestione del servizio idrico che sia pubblico, partecipato e solidale. Ancora una volta ha vinto chi pensa che l’acqua sia una merce con la quale lucrare.
La nostra battaglia in consiglio non si arresta, come non sia arresta quella nelle piazza…..abbiamo tre referendum da sostenere. Al lavoro, alla lotta!


Catania 14 maggio 2010

I consiglieri provinciali

Valerio Marletta
Antonio Tomarchio
Giacomo Porrovecchio

Nessun commento: