mercoledì 15 giugno 2011

Il risultato referendario può e deve condizionare i lavori delle aule istituzionali.

Provincia regionale di Catania
Gruppo consiliare "Comunisti-Idv"


     Il risultato referendario può e deve condizionare i lavori delle aule istituzionali. Nessun consiglio comunale, provinciale o regionale può rimanere sordo ad una chiara indicazione che viene dal voto popolare. Con i quesiti sull'acqua i cittadini hanno espresso una chiara volontà sul futuro della gestione del servizio idrico. Tutti abbiamo subito in questi anni le conseguenze delle scellerate politiche sulla gestione dell'acqua. Denaro pubblico sperperato per mantenere carrozzoni politici, consulenze onerose per gli enti pubblici, tariffe inique e illegittime come la tassa sulla depurazione in assenza degli impianti di depurazione, i "cavalieri dell'aqua" pronti a lucrare su un bene comune,infiltrazioni dei poteri mafiosi, reti fatiscenti e mancanza di erogazione dell'acqua sono solo alcuni degli aspetti che hanno caratterizzato la gestione del servizio idrico nei nostri territori.

     I cittadini con il loro voto non hanno solo bloccato la privatizzazione forzata del servizio, ma hanno anche espresso l'esigenza e il diritto ad avere voce sulle scelte che riguardano la gestione dei beni comuni. Un voto popolare ha spazzato via più di un decennio di politiche neoliberiste, spesso bipartisan nel panorama politico italiano, che hanno causato il disastro attuale.

      Catania e la sua provincia hanno dimotrato tutto ciò. Da sempre i movimenti catanesi per l'acqua pubblica si sono battuti contro questo sistema di potere. Le aule consiliari hanno fatto finta che nessuna richiesta arrivasse dalla società. Basti analizzare le società che continuano a gestire il servizio idrico nei 58 comuni della provincia per capire che un modello è crollato miseramente.
    Dopo anni di battaglia politica in consiglio provinciale, e grazie al grande lavoro del forum acqua pubblica di Catania, nel Novembre del 2010 si è conclusa miseramente l'esperienza della società Servizi idrici etnei Spa(capitale misto 51% pubblico e 49% privato) creata nel 2004 per la gestione unica del servizio idrico integrato nella provincia di Catania. Una società dichiarata illegittima con sentenza n. 589 del 27/10/2006 del CGA, che ha annullato importanti atti amministrativi riguardanti la costituzione e l’attività della società mista S.I.E. spa, ed in particolare:

1) Deliberazione n. 4 del 24/01/2004 con la quale l’assemblea del Consorzio Ambito Territoriale Ottimale 2 – Acqua Catania ha deliberato l’affidamento diretto del servizio idrico integrato alla società mista a prevalente capitale pubblico, Servizi Idrici Etnei s.p.a., perché in contrasto con le procedure comunitarie in materia di appalti e servizi e concessioni che prevedono l’affidamento del servizio attraverso l’indizione di una gara ad evidenza pubblica.


Nonostante le sentenze dei tribunali, la Sie Spa ha continuato ad operare e ha acquisito le reti idriche di alcuni comuni, primo tra tutti Caltagirone, con il silenzio-assenso dell'Ato idrico e delle istituzioni locali.

Finalmente l'assemblea dell'Ato idrico di Catania ha deliberato nella seduta di lunedì 22 Novembre:

1) Prendere atto dell'invalidità della convenzione di gestione stupulata con la Sie in data 24/12/2005 e pertanto, dello scioglimento del rapporto in essere con la Sie, che non ha titolo legittimante all'esecuzione dei lavori e alla gestione del servizio idrico integrato per conto del consorzio ATO;


2) Di dare mandato la Cda dell'Ato, entro il medesimo termine e con le medesime modalità, di predisporre all'assemblea una prposta relativa alla selta della forma di gestione del servizio e delle procedure da seguire per l'affidamento dello stesso.


Si apre a questo punto la vera battaglia per il ritorno alla gestione pubblica del servizi idrico integrato.

La gestione Sie è stata caratterizzata da una visione aziendalistica e privatistica del servizio. Basti analizzare il socio privato(49%) la Hydro per capire gli interessi ecomici in campo. La Hydro rappresenta i poteri forti dell'acqua nel nostro territorio. L'Acoset, le acque di Casalotto, la Sidra hanno messo le "mani" sul bene pubblico più importante nell'ottica delle speculazioni e del profitto a tutti i costi


L'esperienza fallimentare della gestione privatistica della Sie rafforza più che mai la nostra battaglia per la gestione totalmente pubblica del servizio idrico.


   Il nostro gruppo consiliare alla provincia continuerà a farsi strumento delle indicazioni che provengono dai movimenti per l'acqua pubblica. Da diversi anni è stata depositata presso il parlamento italiano e quello della regione Sicilia una proposta di legge che riporti la gestione dell'acqua sotto il controllo dei comuni. Una gestione pubblica al 100% attraverso gli enti di diritto pubblico e senza ricorrere alle Spa seppur a capitale misto. La S.i.e a Catania ha dimostrato il fallimento di questi percorsi privatistici.

Continuiamo a sostenere la proposta di legge sulla ripubblicizzazione del servizio idrico. In piazza come nelle istituzioni oggi siamo sicuramenti più forti. Una forza scaturita dal voto popolare degli italiani.

Catania 14 giugno 2011
Valerio Marletta - Consigliere provinciale Rifondazione Comunista -Fds
Antonio Tomarchio - Consigliere provinciale Comunisti Italiani - Fds
Giacomo Porrovecchio - Consigliere provinciale Idv

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