sabato 4 settembre 2010

Lo stato mi processa per aver partecipato ad una manifestazione di lavoratori. Il 16 dicembre 2010 la prima udienza.

di Valerio Marletta

Dopo l'avviso di chiusura delle indagini preliminari dello scorso novembre, in questi giorni mi è stato notificato dalla Procura di Caltagirone il rinvio a giudizio per "violenza privata aggravata" ecc. La prima udienza del processo è stata fissata per il 16 dicembre 2010. Di seguito riporto una breve descrizione dei fatti. Non aggiungo altro visto che lo stato ha deciso di spendere migliaia di euro per una "farsa" che puzza tanto di repressione delle lotte sociali. Un ringraziamento speciale va all'ex Capitano del comando dei carabinieri di Palagonia che mi ha generosamente segnalato tra i "sovversivi" che quella mattina d'estate 2007 lottava per la giustizia sociale. E' risaputo che a Palagonia i problemi sono rappresentati dai lavoratori che scioperano......

Partecipare ad una manifestazione di lavoratori è illegale. Cronaca di un atto repressivo premeditato

Giorno 19 Novembre mi è stato notificato un avviso di chiusura delle indagini preliminari nei miei confronti. Due fogli di carta firmati da un magistrato che riportano l'accusa: violenza privata aggravata! La mia prima reazione incredula si è trasformata in una lucida presa d'atto dell'ennesimo episodio repressivo ne confronti di chi continua a ribellarsi all'ingiustizia sociale.

Ma andiamo ai fatti: il 24 Luglio 2007 centinaia di braccianti agricoli di Palagonia(prov Ct) decidono di iniziare una lotta per il riconoscimento del sussidio di disoccupazione,un diritto sacrosanto negato

a centinaia di lavoratori e lavoratrici che durante la stagione agrumicola si spaccano la schiena in condizioni salariali vergognose! Nel pomeriggio si tiene una assemblea nell'aula consiliare del palazzo comunale e i lavoratori decidono di iniziare la protesta. Nella notte a centinaia si ritrovano a protestare per le vie di Palagonia e verso le 4 del mattino la protesta si sposta sulla strada Statale 417(Catania/Gela). I compagni e le compagne di Rifondazione Comunista appoggiano la protesta e solidarizzano con i lavoratori passando con loro la notte ai blocchi stradali. Una notte difficile da dimenticare per chi come noi continua incessantemente a reclamare diritti e giustizia sociale per i braccianti. Una bella notte d'estate passata tra chi è protagonista delle lotte sociali e vede nello strumento della lotta l'unica via d'uscita alla crisi di un settore che diventa la crisi di una intera comunità. I lavoratori sono determinati e solo la notizia dell'apertura di un tavolo di trattative in prefettura li convince a togliere il blocco stradale e tornare a casa. Felice di aver contribuito alla riuscita della protesta saluto i compagni e dopo la lunga notte insonne mi dirigo verso casa. Abbiamo più volte partecipato in seguito alle manifestazioni dei lavoratori del comparto bracciantile, peraltro la lunga vertenza è tuttora in corso.

Questa è la cronaca oggettiva dei fatti che risalgono ormai a più di due anni fa! La giustizia, meglio chiamarla repressione, si fa attendere e arriva la denuncia e l'avviso della chiusura delle indagini. Dal fascicolo in mio possesso emerge che i carabinieri di Palagonia hanno segnalato 20 persone che si sono macchiate del "grave" delitto di "interruzione di pubblico servizio" e "violenza privata aggravata"! Segnalazioni avvenute per "conoscenza diretta" dei presunti "sovversivi", senza "fermo" o richiesta di documenti. Non sapevo di essere così "famoso" da meritarmi l'attenzione dei carabinieri. L'accusa si basa sulle denuncie contro ignoti di alcuni automobilisti che a causa del blocco stradale hanno subito "disagi" e quindi un torto. Dovremo sulla base di queste "accuse" subire un processo e con fierezza lo affronteremo.

Quando non si è allergici alle piazze, alle manifestazioni, alle occupazioni si mette in contro che prima o poi una denuncia la puoi anche prendere, e personalmente non ne faccio una tragedia. Ma le accuse ridicole, il privare i cittadini del diritto al dissenso e all'agibilità democratica mi fanno pensare e preoccupare. Le accuse parlano di violenza privata e noi le rispediamo al mittente! Non è forse un atto di violenza privare lavoratori degli ammortizzatori sociali? Non è violento privarli della loro dignità e dei loro diritti? La vera violenza è rappresentata da questo sistema dove l'individuo diventa una merce e come tale può essere venduto e magari dismesso! La violenza dello stato, la violenza dei padroni che lincenziano o non rispettano i contratti collettivi nazionali e privano tutti e tutte dei basilari diritti sindacali. Piuttosto che perdere tempo inutilmente a "segnalare" pericolosi sovversivi, le forze dell'ordine farebbero bene a controllare i luoghi di lavoro dove perdono ogni hanno la vita in migliaia! Rendetevi utili visto che dite di "essere al nostro sevizio".....

Contro la repressione non un passo indietro!

Valerio Marletta - consigliere provinciale di Rifondazione Comunista



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