Questa crisi è una crisi globale, non solo europea. L’Europa può dare un contributo alla ridefinizione dei rapporti politici ed economici globali , contribuendo alla costruzione di un modello di sviluppo alternativo di relazioni fra i popoli e gi stati basato sulla giustizia, sulla solidarietà, e non sulla competizione.
Mentre in Europa prevale la paura e le destre cavalcano la xenofobia e il razzismo, alimentando la guerra fra poveri, nel mondo e in special modo nel continente latinoamericano, assistiamo ad una primavera della sinistra e della democrazia, ad una affermazione in tutto il continente, dal Brasile del presidente Lula al Venezuela di Chavez, passando per la Bolivia dell’indio Morales al Paraguay del teologo della Liberazione Lugo e all’Ecuador dell’economista Correa, solo per fare pochi esempi, di forze progressiste, comuniste, cattoliche di base e anti liberiste, che costituiscono un laboratorio per un’uscita da sinistra dalla crisi. L’Europa sappia istaurare un rapporto nuovo con questo laboratorio. Un laboratorio possibile anche grazie all’esperienza cubana, che subisce dal 1961 un blocco immorale e illegittimo da parte degli Stati Uniti, condannato quasi all’unanimità per 17 volte dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e che, come già chiesto da tutti gli stati latinoamericani, con Lula in testa, va rimosso immediatamente.
Ciò che accade in America latina dimostra che cambiare è possibile e che lo sviluppo della democrazia costituisce per tutti i paesi del sub continente un valore irrinunciabile. E’ in quel continente inoltre che più è cresciuto il movimento altermondialista e dei forum sociali, di cui siamo parte e di cui sosteniamo le rivendicazioni per una radicale riforma degli organismi sopranazionali, come l’FMI, la Banca Mondiale e l’OMC che hanno imposto le riforme strutturali e le condizioni per l’espansione di un sistema economico globale che ha aumentato disuguaglianze fra stati e all’interno di questi. Ci batteremo affinché l’Europa cambi la natura e il merito degli accordi commerciali proposti con l’america latina come con il resto del mondo, specialmente l’Africa, in quanto ispirati a criteri neoliberali, asimmetrici ed iniqui di scambio e che produrranno solo altra ingiustizia e povertà.
Oggi più che mai torna attuale la questione di un nuovo paradigma per le nostre società. Il capitalismo mostra tutti i suoi limiti: sociali, ambientali, democratici. La domanda sul cosa, come e perché produrre rimette a tema per il futuro la questione del socialismo del XXI secolo.
Questi sono i punti programmatici, le idee e i valori che ci uniscono. Una unità sui contenuti che qualifica la nostra lista come l’unica proposta realmente di sinistra e di cambiamento in queste elezioni europee.
Il voto a questa lista è un voto contro la destra italiana e alternativo al PD. Il voto a questa lista è un voto per un’altra Europa: dell’uguaglianza e del lavoro, della pace, della giustizia sociale ed ambientale, dei diritti e delle libertà
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