Per noi le questioni climatiche e sociali sono correlate. Per questo motivo l’attuale crisi finanziaria ed economica non può essere scissa dalle sfide poste dal cambiamento climatico e all’esigenza di modificare il nostro modello produttivo e consumistico. La risposta alla crisi è anche in un nuovo intervento pubblico in economia finalizzato alla riconversione ecologica del sistema produttivo. La crisi ecologica determinata dal modello di sviluppo capitalistico rischia di minare il diritto delle generazioni future alla biodiversità e di poter usufruire delle risorse primarie e ambientali.
Siamo a favore di uno sviluppo immediato e consistente di un nuovo trattato internazionale in accordo con il 4° Report prodotto dal Panel Intergovernativo sul Cambiamento Climatico. Chiediamo una piena implementazione degli obblighi firmati e promessi dall’UE in tutti i settori relativi alle politiche climatiche ed energetiche.
seguenti compromessi costituiscono i punti minimi da applicare per poter realizzare gli impegni già assunti:
• Ridurre le emissioni globali del 30% entro il 2020 sulla base dei livelli del 1990 e di alme-no l’80% entro il 2050.
• Aumentare l’utilizzo di energie rinnovabili di almeno il 25% entro 2020
• Ridurre il consumo totale di energia primaria del 25% entro il 2020 e aumentare l’efficienza energetica del 2% annualmente includendo un limite al consumo pro capite.
• Introdurre l’obbligo di efficienza per l’industria e per i produttori di beni ad alto consumo di energia.
• Limitare il quadro dei sussidi della UE conseguentemente al settore dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili.
Siamo contro la riduzione del protocollo di Kyoto ad un sistema di mercato delle quote di emissione. Occorre invece, per arrivare alla stipula di Kyoto 2 una nuova strategia complessiva che consenta di ridurre le emissioni rendendo più equo e sobrio lo sviluppo. E’ necessario un nuovo paradigma fondato non sulla competizione, ma sulla cooperazione, a partire dal trasferimento tecnologico ai paesi in via di sviluppo, dal finanziamento delle tecnologie pulite e dalle politiche di aggiustamento dei cambiamenti climatici.
L’acqua è un diritto fondamentale dell’umanità, un bene universale e l’accesso ad essa deve essere garantito ed inteso come diritto umano e non come una merce. Siamo contro ogni ipotesi di privatizzazione o mercificazione. L’acqua deve essere un bene pubblico.
La sovranità, la qualità e la sicurezza alimentari, la multifunzionalità dell’agricoltura devono essere considerati obiettivi strategici di un nuovo modello agricolo europeo finalizzato sempre di più alla tutela dei consumatori, alla valorizzazione dell’agricoltura biologica e dei prodotti tipici, al rifiuto degli OGM, alla salvaguardia della biodiversità, del territorio e del paesaggio, al contrasto del fenomeno di abbandono delle aree agricole e montane, al risparmio delle risorse idriche e al sostegno dello sviluppo rurale.
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