Trovare un lavoro, di questi tempi, in un paese come Palagonia è come cercare un ago in un pagliaio. Diventa un’impresa quando a provarci sia un giovane.
Infatti alla fatidica età dei 18 anni (per alcuni anche prima), si presenta al giovane Palagonese poche opzioni. Può scegliere di andare a lavorare, presentandosi a lui soltanto quattro possibilità: bracciante, agricoltore, muratore o emigrante. A parte l’ultima scelta, che si basa più sulla fortuna, le restanti scelte sono strade abbastanza ardue e difficili poiché anche a Palagonia si vive la crisi e la maggior parte delle imprese riducendo la manodopera, preferiscono far lavorare un buon padre di famiglia. Nel caso che si riesca a trovare una di queste opportunità, è umiliante vedere la paga giornaliera, sulle 4€ l’ora, naturalmente solo quando si lavora (è come abbiamo detto l’anziano ha la precedenza sul giovane).
Tutto questo perché le imprese non considerano il giovane un ottimo investimento andando in controcorrente con le tesi del capitalismo moderno (l’azienda investe sul giovane, che può essere modellato a piacere), scegliendo di pagarlo il 40% in meno di un normale operaio.
In alternativa può scegliere di continuare gli studi, andare all’università alla conquista di una laurea che gli permetti una vita modesta.
Ma anche qui si presentano gravi difficoltà: andare all’università vuol dire farsi mantenere per altri sei, sette anni dai propri genitori e quindi farsi chiamare in paese “bamboccione”.
Università o lavoro, noi giovani abbiamo bisogno anche un po’ di tempo libero (come del resto tutti) e anche qui si presenta a noi uno scenario per nulla incoraggiante.
La bambinopoli è rimasto l’ultimo baluardo della società giovanile, una struttura ormai da anni decadente e del tutto apprezzabile. Dopo il niente del niente.
Una buon’idea sarebbe investire sulla scuola, togliendo dalla testa delle persone la concezione che essa sia un luogo utile soltanto all’insegnamento mattutino. La scuola offre moltissime opportunità, non sfruttate al massimo: internet, libri, corsi, palestre ect… eseguibili dopo le ore normali.
Queste opportunità possono essere sfruttate con aiuti finanziari anche del comune, che però non vede una vera urgenza nella questione giovanile.
Altro metodo è lo sport: non si hanno delle strutture (comunali) che offrono al cittadino svago e divertimento. Tralasciando il discorso “piscina” (che per nostra opinione, era progettata per altri fini), mancano da anni investimenti su tale settore.
La musica, ramo della cultura più amato dai giovani, è un forte arma contro la dispersione culturale. Un tempo erano moltissimi gli eventi organizzati dall’amministrazione comunale o da altri enti che permettevano a quei gruppi emergenti (ormai in forte calo) di esibirsi e contagiare quell’interesse ad altri ragazzi.
Un paese senza intrattenimenti culturali rende più facile l’aumento della delinquenza giovanile problema che da anni colpisce Palagonia. Ciò ferisce il paese non solo nell’attuale presente ma soprattutto nel futuro. I giovani d’oggi saranno la futura classe dirigente. La mancanza d’attenzione verso i giovani non farà altro che accelerare la decaduta del nostro amato paese, lasciandolo ad una prospettiva al quanto preoccupante.
1 commento:
già, il disagio giovanile! fin quando questa città non comprenderà l'importanza di concentrare le proprie attenzioni sulla cultura, in tutte le sue molteplici espressioni, il tema del disagio giovanile, così come del degrado civile e morale della cittadinanza non sarà mai seriamente affrontato. c'era stato un momento, in tempi recenti, in cui tutto sommato sembrava che qualcosa stesse cambiando, sembrava che potesse avvenire anche a palagonia qualcosa di bello, di culturalmente valido. vi erano delle iniziative d'ampio respiro che oltre a catalizzare l'attenzione di molti cittadini servivano a dare alla città un'immagine migliore verso l'esterno. che fine ha fatto tutto ciò? come mai nulla più si muove? che anche quelle poche forze culturali esistenti si siano arrese? tutto sembra inevitabilmente destinato a perire in questo triste paese!
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