mercoledì 19 gennaio 2011

E Matteo infiammò la platea della CGIL

«Ma chistu, cu è?». Uno sconosciuto, per i delegati della Cgil, soprattutto per chi negli ultimi mesi non ha frequentato le piazze e le assemblee della protesta studentesca. Ma il ragazzo dalla felpa con la stella rossa li ha stupiti. E poi commossi, colpendoli dritti al cuore. Standing ovation, nella sala dello Sheraton, per Matteo Iannitti, 22 anni, iscritto a Scienze politiche, leader del movimento studentesco. Applausi a scena aperta. Più di Villari, più di Camusso. Tutti matti per Matteo. Che in una mattinata si toglie più di uno sfizio. Allora, ricapitoliamo. Prima crea il panico, tirando fuori lo striscione che invita il popolo della Cgil a sostenere lo sciopero generale indetto per il 28 dai metalmeccanici: «InFiommiamoci». Poi prende la parola (si legga l’articolo a destra) e bacchetta governatore e sindaco, ma anche l’opposizione e il Pd, irritando visibilmente la senatrice Finocchiaro. Un discorso da segretario Fiom in formato mignon, uno dei pochi a cui Camusso fa riferimento nelle conclusioni. Siparietto finale: Villari, mentre scorta il segretario nazionale all’uscita, incrocia il “piccolo rivoluzionario”. Lo fulmina con lo sguardo: «Stavolta hai esagerato. Ma poi ne parliamo». Lui risponde con un sorriso. Ed esce a godersi il sole della scogliera

Riprendiamoci il futuro!

“Il futuro è dei giovani”: questo lo slogan scelto dalla Cgil per la sua assemblea dei quadri e dei delegati. E i giovani il futuro vogliono prenderselo davvero, cominciando proprio dall’assemblea di ieri e diventando di fatto – dopo la Camusso, s’intende – i veri protagonisti della giornata.
Tutto è iniziato alle 10,55, quando una delegazione dell’ormai noto Movimento studentesco catanese ha srotolato uno striscione nella sala dello Sheraton in cui si teneva l’evento: un modo, evidentemente, per attirare l’attenzione. E l’attenzione l’ha attirata davvero, nella maniera sbagliata inizialmente, visto che un non meglio identificato tesserato Cgil – e si sottolinea uno soltanto – si è avventato contro i ragazzi, credendo che volessero creare disordini. L’equivoco s’è subito chiarito, il resto della platea ha applaudito gli studenti e tutti si sono scusati per l’isolato fraintendimento. Da parte del Movimento non c’era nessuna volontà di contestare il sindacato. Infatti, lo striscione recitava: “InFiommiamo l’Italia. Sciopero generale subito”.
Le ragioni di questa azione dimostrativa sono state esplicitate da Matteo Iannitti, rappresentante del Movimento studentesco, che ha conquistato il palco con un intervento autorizzato. Il pubblico non ha risparmiato applausi al ragazzo che, con un discorso di pancia e di testa, ha messo sul tavolo i problemi di questa giovane generazione, e non solo: «Il futuro è dei giovani e noi abbiamo intenzione di prendercelo. Oggi abbiamo cominciato da questa sala ed è già un buon inizio. Noi sappiamo bene come il sindacato Cgil sia stato un interlocutore costante in questi anni, e la Flc in particolare. Ma oggi siamo qui per raccontarvi di quella che per noi è diventata una precarietà esistenziale. Per molti giovani del sud, l’esercito è l’unica speranza: arruolarsi per avere uno stipendio. O peggio ancora convincersi che è meglio lavorare per la mafia piuttosto che in nero… È questo il dramma della Sicilia, una terra che ha bisogno di un nuovo sviluppo e di legalità. Che dire, a tal proposito, di coloro che ci rappresentano, come governatore della Sicilia e come sindaco di Catania, che sono stati appena indagati. Noi studenti siamo intervenuti in questa sede per chiedere, per giorno 28, lo sciopero generale e generalizzato. Non siamo noi ad avere le colpe di questa situazione. La colpa è di chi ci governa e di un’opposizione parlamentare debole che non riesce a costituire una reale alternativa (e qui Anna Finocchiaro, seduta in prima fila, ha lasciato la sala, per poi rientrarvi successivamente, ndc). La crisi ci isola, noi abbiamo bisogno di sentirci meno soli e non certo di sentirci dire “armiamoci e partite”». Alla fine Iannitti viene salutato addirittura con una standing ovation.

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