da lasicilia.it
Politica, affari e mafia: resta alta l'attenzione degli inquirenti, a Palagonia, sugli ultimi anni di gestione amministrativa al Comune. Le prime conclusioni dell'inchiesta «Iblis» della Procura della Repubblica di Catania, che hanno portato all'arresto dell'ex sindaco Fausto Fagone e del consigliere provinciale Nino Sangiorgi, confermano l'esistenza di intrecci perversi pure alle elezioni amministrative del 2008.
Il deputato regionale del Pid, on. Fausto Fagone, si sarebbe impegnato per assicurare, con il supporto di «pezzi deviati» della classe imprenditoriale locale, il successo elettorale di Francesco Calanducci, che ha recentemente subìto, con voti unanimi, la sfiducia del Consiglio comunale. Solo dopo l'elezione, in diverse circostanze, con frequenti rimpasti di deleghe assessoriali e «azzeramenti» di nomine, Calanducci ha tentato di staccare la «spina» con gli alleati. Non sarebbe stata casuale l'approvazione della mozione da parte di 10 (su 15) ex sostenitori della coalizione di maggioranza.
La decadenza del primo cittadino, secondo il circolo palagonese del Pd, realizza il progetto «fagoniano» di una sindacatura breve, che «avrebbe dovuto assumersi - dichiara il dirigente Salvatore Motta - le responsabilità del risanamento finanziario dell'Ente, continuando ad elargire provvidenze economiche» in attesa di altre investiture istituzionali e di tempi migliori.
Da Calanducci, che si è chiuso, dopo la presentazione della mozione di sfiducia, in un silenzio stampa assoluto, non sono state rilasciate dichiarazioni o repliche nemmeno tramite l'Ufficio stampa comunale. Anche il Pdl ha preferito, con Gaetano Benincasa e i relativi consiglieri comunali, non rilasciare commenti sull'attuale «terremoto» politico, che ha pure registrato, con l'intervento dell'on. Enzo Oliva e del sen. Gianpiero D'Alia, espulsioni di componenti del Mpa e dell'Udc.
L'ultima inchiesta potrebbe mettere in crisi, intanto, la discesa in campo di Sangiorgi, ex presidente del Consiglio comunale di Palagonia, nella «corsa» alla poltrona di primo cittadino, che sarebbe stata appoggiata dagli ex consiglieri dell'Udc, dai sostenitori del Pid e da probabili liste civiche.
Secondo Pierpaolo Montalto e Valerio Marletta, segretario e consigliere provinciale di Rifondazione comunista, che hanno messo in luce, in un comunicato, le altre inchieste giudiziarie pendenti, «gli affidamenti illegali del servizio di nettezza urbana, la gestione irregolare di alcuni appalti e le infiltrazioni mafiose costituiscono solo alcuni aspetti dell'azione di un gruppo politico. Riponiamo fiducia nel lavoro della magistratura».
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