martedì 23 marzo 2010

Arrestato Giuseppe Liga, capomafia di Palermo e Segretario del Movimento Cristiano Lavoratori, costola dell'Mpa in Sicilia


L'arresto dell'arch. Liga, responsabile siciliano del Movimento cristiano lavoratori, ritenuto uno degli attuali capomafia di Palermo, e la sua vicinanza al Presidente della Regione Raffaele Lombardo, alla cui lista Mpa-La Destra ha assicurato voti e sostegno alle recenti elezioni europee del 2009, conferma ancora una volta che il fenomeno mafioso è frutto e si alimenta dell'intreccio tra criminalità organizzata, imprenditoria, pubblica amministrazione, mondo delle professioni e ceti politici dirigenti.
Liga, sulla base delle indagini giudiziarie, avvalorate da documentazioni fotografiche e intercettazioni telefoniche, nonchè dalle dichiarazioni di numerosi pentiti, risulta essere reggente della cosca dei Lo Piccolo, dopo l'arresto di quest'ultimo, e leader di quei settori mafiosi che sembrano "riemergere" dopo la caduta di Riina e Provenzano.
Il dato più inquietante è rappresentato dai legami tra gli esponenti del Mcl e l'Mpa di Lombardo, che li fa eleggere nelle proprie liste e dà loro ruoli importannti: è il caso di Marco Belluardo, assessore della giunta catanese di centrodestra guidata dal sen. di An Raffaele Stancanelli.
Desta perciò grandissima preoccupazione il fatto che il Pd sostenga la Giunta regionale di Lombardo, in cui è presente con il Prof. Centorrino, uno che sin dagli anni ottanta ha dato rilievo, con favore, al contributo per lo "sviluppo dell'isola" delle imprese siciliane ed, in primo luogo, di quelle dei cavalieri del lavoro di Catania.Un governo che vede assieme gli uomini di Miccichè e Dell'Utri, gli esponenti di Confindustria, gli autonomisti di Lombardo, e magistrati che svolgono la funzione di foglie di fico ad un'operazione di ristrutturazione e modernizzazione del sistema di potere siciliano, in cui finora ha pagato la sanità pubblica, con il taglio dei posti letto e l'aumento delle risorse destinate alle cliniche private per le prestazioni in convenzione, oltre alla scuola e alll'Università pubbliche decimate dalle politiche di condivisione delle "riforme" Gelmini-Tremonti.
L'accantonamento della vecchia classe politica dirigente impresentabile ( Cuffaro, Firrarello...) è parte organica di un disegno che, attraverso la costruzione del "Partito del Sud", si colloca nello scenario del dopo Berlusconi e mira a ricontrattare, da parte della borghesia mafiosa meridionale, che non a caso è parte attiva del progetto, ruoli di rappresentanza e risorse per il presente e per il futuro. Un'operazione in cui sono attivi, sia pure con diversi distinguo, anche gli esponenti finiani dell'isola.
Il Pd è quasi tutto schierato ( tranne Burtone, Bianco, Samperi e con il debolissimo dissenso della Borsellino) nell'appoggio a Lombardo. A questo esito ha contribuito l'avallo dato da Penati, calato nell'isola a convincere i più riottosi nel suo partito, forte anche dell'appoggio di D'Alema. Anzi: Lumia, l'ex comunista Crocetta ed il capogruppo all'Ars Cracolici spingono per un ulteriore presenza nel governo regionale ed hanno dichiarato il loro interesse a partecipare alla costruzione del "Partito del Sud", che altro non è che la versione meridionale della Lega Nord, con la quale viene ipotizzata la federazione in un quadro di collaborazione conflittiva.
Rifondazione comunista ha denunciato più volte le gravi responsabilità del Pd in questo delicato passaggio della vita politica della Sicilia, e il carattere trasformista delle classi dirigenti isolane, oggi impegnate in un'operazione milazziana di nuovo conio che segna la continuità con il consociativismo del passato.
C'è bisogno di opposizione e di un'alternativa che si può dare solo se ha il segno dell'autonomia dal Pd e dal suo gruppo dirigente devastato sul piano del rigore politico, culturale e morale.

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